La cerimonia
La cerimonia si terra' presso la Chiesa Parrocchiale di San Giuliano in Stazzona - Como.
Stazzona e' un comune montano in provincia di Como con circa seicentottanta abitanti il cui patrono è San Giuliano Martire.
Posta sopra l'abitato di Dongo sulla costa del monte lungo la via per il passo San Jorio. È il più grosso paese della valle, composto da varie frazioni in vista del lago, conosciuto per i suoi crotti e per l'omonima sagra che ha luogo nel mese d’agosto.
Dalla strada per Stazzona si aprono bei panorami sulla pianura di Dongo e sulla riva opposta del lago, verso il laghetto di Piona e il suo celebre convento.
Il suo nome deriva da una "Statio" romana, luogo di sosta e cambio dei cavalli, lungo la via montuosa per il Passo.
La chiesa di San Giuliano, divenuta parrocchia nel 1886, è la prima di una lunga serie che richiamano la Sicilia. La gente di queste valli, dal XVI al XIX secolo, per sopravvivere alla miseria fu costretta ad emigrare al sud e molti scelsero la Sicilia dove alcuni divennero commercianti all’ingrosso di vino o semplicemente degli osti. Anche se tanto lontani da casa non persero mai i contatti con la loro valle perché sapevano che prima o poi vi sarebbero tornati.
A Palermo i lariani si riunirono in associazioni, o confraternite, che prendevano il nome del santo della chiesa parrocchiale del luogo d’origine. Compito di queste confraternite era, oltre a quello di mantenere stretti rapporti con la terra d’origine, anche quello del mutuo soccorso, assistere cioè i compagni malati ed aiutare i poveri, intervenire per la scarcerazione dei debitori e pagare il riscatto dei prigionieri, fornire la dote per matrimoni o monacazione e così via. Al paese d’origine sorgeva in contemporanea alla confraternita palermitana una “Schola Panormi”, incaricata di amministrare i beni della parrocchia e le consistenti rimesse in denaro e offerte di preziosa oreficeria. Ancora oggi sono numerose le testimonianze di questo stretto rapporto tra la “Comunità delle Tre Pievi” e Palermo.
Le sue belle vetrate cinquecentesche a colori, una "Pietà" analoga a quella della parrocchiale di Garzeno valorizzano, assieme agli affreschi del Fiamminghino (1619), del Recchi (1672) e di Giulio Quaglio (1726), l’interno della parrocchiale.